Durante la crescita i bambini hanno bisogno di sperimentare continuamente i limiti e le possibilità, la conseguenza è la rabbia, una naturale e sana espressione di questo processo di sviluppo.
Spesso i genitori, e più in generale gli adulti, incontrano molte difficoltà nel porre dei limiti e dire di NO ai bambini.
MA PERCHE' E' DIFFICILE DIRE "NO" SE TUTTO CIO' VIENE FATTO A FIN DI BENE?
Cerchiamo di rispondere a queste domande:
- Quando dite “NO” vi sentite dispiaciuti per vostro figlio?
Bhè certo, dire di no ad un bambino non è facile, spesso sembra meglio dire di sì, se non altro per placare il capriccio del momento e trovare un attimo di pace.
In realtà i “no” sono necessari al bambino per capire cosa può e non può fare. Sono indispensabili perché permettono di capire cosa è giusto e cosa è sbagliato e gli permettono di imparare a dire di no a sua volta.
- Avete paura che vostro figlio non vi voglia più bene se lo punite?
Qual è la cosa che temiamo veramente di fronte ad un nostro no: che lui sia triste solo per un po’ o che noi perdiamo il suo amore anche solo per un po’? E’ importante rispondere a questa domanda perché spesso quello che ci condiziona è la nostra paura di perdere il suo amore e quindi impariamo a non confondere i nostri bisogni con quelli di nostro figlio. I bambini hanno bisogno di regole e amore da parte dei genitori.
- Le lacrime di vostro figlio fanno sentire voi infelici?
Vorremmo che nostro figlio fosse sempre felice e spensierato, ma non è così. Spesso i bambini piangono per i motivi più disparati, talvolta anche incomprensibili. L’unica cosa da fare è accogliere le lacrime e quel dolore ed esserci per loro, facendogli capire che mamma e papà ci sono sempre, in ogni momento, triste o felice. Così il bambino acquisterà sicurezza, perché saprà che ci siamo e basta.
LA RABBIA: FUNZIONE IMPORTANTE PER I BAMBINI
Una reazione di rabbia e collera è prima di tutto la manifestazione di un’emozione ed il bambino deve essere libero di esprimerla per poter imparare a controllarla.
L’espressione della rabbia è il primo passo verso l’accettazione della frustrazione. Perché un bambino accetti un “no” deve prima attraversare la collera; è un processo naturale, non poter ottenere quello che si desidera provoca un sentimento naturale di ira causato dalla mancanza di un desiderio.
Un bambino arrabbiato non è un bambino cattivo, ma è un bambino che sta esprimendo sé stesso e sta imparando a conoscere il mondo che lo circonda.
Nei bambini la rabbia si manifesta in modi diversi a seconda dell’età, vediamo come cambia nei primi anni di vita:
- Fino a 18 mesi → il bambino non sa ancora esprimersi bene con il linguaggio e quindi le sue reazioni sono molto fisiche (es. morso), non c’è l’intenzionalità di far male. Il morso è la modalità più adatta per manifestare l’emozione e per “provare” l’altro;
- A 2 anni → l’aggressività comincia ad essere intenzionale, ma è ancora molto fisica (es. scenate con grida, calci e pugni). Questi gesti sono rivolti soprattutto verso i genitori, è infatti il modo per i bambini di iniziare ad affermare la loro individualità.
- A 3 anni → la rabbia inizia ad essere rivolta verso i coetanei e diventa uno strumento per trovare una collocazione all’interno di un gruppo.
COME SI POSSONO AIUTARE I BAMBINI AD ESPRIMERE LA RABBIA?
- Innanzitutto importante è disapprovare il comportamento e non il bambino. Se il bambino è piccolo non serve dilungarsi in lunghe spiegazioni, diciamogli chiaramente che quella determinata cosa non si fa e diamogli il tempo per calmarsi. Il nostro bambino imparerà a non essere aggressivo, ma per capirlo dovrà sperimentare e arrabbiarsi molte altre volte!
- Se il bambino ha 3-4 anni si deve associare il NO ad una breve e chiara spiegazione del perché: in questo modo gli si insegna anche a verbalizzare l’emozione di rabbia. Inoltre dobbiamo proporgli alternative per sfogare la rabbia, permettendogli così di conoscere e controllare questa emozione: possiamo proporgli di tirare pugni al cuscino, di “urlare” tutta la rabbia in un armadio che poi chiuderemo insieme o di appendere un cartellone in cameretta in cui disegnare ogni volta il “mostro rabbioso”.
- Importante è dare voce alla sua rabbia! Comunichiamogli che capiamo che è infastidito, arrabbiato o furioso, ma che quella cosa non si può comunque fare. Cerchiamo di essere il più preciso possibile nel definire l’emozione, la rabbia non è sempre uguale! Tutto questo serve ad abituare il bambino a verbalizzare le emozioni e a conoscerle e piano piano accettare la frustrazione.
- Importante è poi non sommare la nostra rabbia alla sua, cerchiamo di rimanere calmi (non sempre è così facile!) e offriamo un modello di comportamento alternativo al bambino. I bambini imparano molto dal nostro comportamento e da ciò che diciamo loro.
Lasciamo che i bambini si arrabbino: insegneremo loro ad accettare i limiti, a conoscere il mondo e a sviluppare la loro identità. I genitori devono riuscire a sopportare urla e pianti e resistere agli occhioni tristi che ci guardano imploranti. Tutto ciò è per il loro bene e non possiamo tirarci indietro!