"Non arrabbiarti". Si fa presto a dirlo... Ma chi può affermare di essere sempre stato in grado di seguire questo consiglio?
Pazienza: anche la rabbia ha una sua utilità; si tratta di esprimerla nei modi e nei contesti giusti.
Che cosa hanno in comune le code nel traffico, le facce dei politici, il televisore che non funziona e il cane che ci sfugge per azzuffarsi? Esatto: che ci fanno arrabbiare!
La Rabbia ci coglie ogni volta non siamo in grado di raggiungere uno scopo, o non possiamo soddisfare un bisogno, oppure quando la nostra autostima è sotto attacco.
La Rabbia è un'emozione acuta di ostilità che si indirizza espressamente contro una causa determinata. Mentre il moto d'ira vero e proprio non dura che pochi secondi, un umore di fondo incline all'ira può permanere a lungo, predisponendo ad ulteriori accessi.
Bisogna dire che, anche se tutto ciò viene percepito da chi lo vive come spiacevole, la rabbia in quanto tale, e in particolare il momento del suo sfogo, può avere un che di altamente voluttuoso.
La Rabbia è un'emozione in qualche modo primordiale e ha diverse sfaccettature e intensità.
Indipendentemente dagli ambiti culturali,
tutti gli uomini presentano un'inclinazione fondamentale all'ira e alla rabbia, e questa inclinazione è geneticamente predisposta. Pertanto i processi che si verificano nel sistema nervoso sono tendenzialmente gli stessi, e le manifestazioni esterne seguono un medesimo codice, per esempio nella mimica.
Questi processi, comunque, possono essere in qualche misura modulati dalle influenze culturali e da altre forme di apprendimento.
CHE COSA ACCADE NEL CERVELLO IN PRESENZA DI RABBIA?
Ci sono tre livelli che si attivano:
1.
Il cervello rettiliano, la parte più arcaica del cervello e comprende riflessi e istinti primordiali.
2.
Il sistema limbico ci fa sperimentare l'emozione nella forma di stati d'umore non del tutto coscienti, che influenzano il nostro comportamento.Vengono liberati ormoni da stress quali l'adrenalina: i peli si rizzano, la pressione del sangue e il battito cardiaco aumentano e gli organi più importanti ricevono un'irrorazione migliore. In tal modo il nostro metabolismo si adatta alla situazione limite. Parallelamente anche la nostra espressività si modifica per corrispondere al vissuto emotivo: l'ira si manifesta nel tono della voce, nella mimica e nella gestualità.
3.
Corteccia cerebrale: questa parte del cervello comanda i movimenti volontari, elabora gli stimoli sensibili ed è responsabile di processi cognitivi complessi, come per esempio il pensiero o l'elaborazione del linguaggio. Noi sperimentiamo consciamente le emozioni innanzitutto con le aree frontali, la parte anteriore della corteccia cerebrale. In tal modo queste emozioni non si presentano solo come cupi aloni ai margini della coscienza, ma possiamo indirizzare su di esse la nostra attenzione, analizzarle e dare a esse, di volta in volta, un nome: senso di invidia, vendetta o delusione.
E' però un fatto decisivo che noi, attraverso la corteccia, possiamo misurare e dirigere le nostre reazioni.
Quando reagiamo con un sentimento di rabbia ad un'offesa subita, siamo innanzitutto debitori per questa risposta al nostro sistema limbico. In seguito però possiamo, con l'aiuto della corteccia cerebrale, compiere un'analisi costi/benefici e decidere come modulare questa emozione.
COSA CI COMUNICA LA RABBIA?
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Ci segnala che qualcosa non quadra e in tal modo ci aiuta a modificare rapporti che percepiamo come intollerabili o difficili da tollerare.
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Ha la funzione di saggiare i propri limiti: i bambini nella fase oppositiva, così come i ragazzi nella pubertà e nell'adolescenza, acquisiscono coscienza della propria vitalità, attraverso accessi di rabbia e, allo stesso tempo, misurano i confini del proprio agire aggressivo. Se però l'ambiente familiare non reagisce in modo appropriato, la cosa viene interpretata come debolezza, o disinteresse, cosicchè rabbia e aggressività possono addirittura crescere.
IMPARARE AD ARRABBIARSI
Altri problemi possono sorgere quando reprimiamo o non possiamo smorzare ira e rabbia.
Esse attivano il sistema nervoso simpatico e mettono il corpo umano in uno stato di allarme. Se non riusciamo a ridurre ira e rabbia, per esempio in una situazione di stress che perdura al lavoro, entrano in gioco automatismi del sistema nervso e processi ormonali che comportano conseguenze perniciose: in questi casi ci ritroviamo soggetti a cronici stati di tensione, a disturbi cardiocircolatori, in particolare ipertensione arteriosa, e il nostro sistema immunitario risulta indebolito.
COME COMPORTARSI QUANDO SIAMO ARRABBIATI?
Questi stati emozionali fanno parte di una dotazione fondamentale dell'essere umano,
e pertanto non è possibile nè auspicabile bandirli: il loro manifestarsi dipende comunque da un istinto di autoconservazione.
E' attraverso questi sentimenti che prendiamo coscienza dei nostri confini, così da agire, se necessario, in modo da fare rientrare le persone nei loro confini, e difenderci dalle prevaricazioni.
L'energia mobilitata dall'ira solleva dallo stato di timore e dalla sensazione di impotenza. Non ultimo, emozioni di questo tipo concentrano fortemente la nostra attenzione su un problema da risolvere.
Anzichè "Non ti arrabbiare", quindi, bisognerebbe raccomandare: "Arrabbiati con criterio!".
Pe un adeguato rapporto con questi sentimenti dobbiamo innanzitutto prendere coscienza della nostra rabbia in tutti i suoi caratteri corporei ed emozionali.
Con un successivo passo potremmo essere in grado di
dare al sentimento un'espressione cosciente: il linguaggio ci permette di esternarlo senza per questo esercitare violenza fisica (senza dimenticare che però la parola può ferire profondamente, soprattutto quando erompe alla luce di un risentimento fino a quel momento represso e latente).
Dobbiamo anche avere chiaro che attraverso il nostro comportamento contribuiamo a determinare se quanti ci stanno intorno si arrabbino o meno a loro volta. Noi tutti abbiamo infatti anche una responsabilità sul livello di tensione presente nell'ambiente che ci circonda, e questa responsabilità non può essere sottovalutata. L'ira ci permette di imporre rispetto per i nostri confini e a dare espressione ai nostri interessi, ma dovremmo essere in grado di rispettare i confini e l'integrità altrui.
La prossima volta che vi arrabbiate perchè qualcuno vi avrà scavalcato nella fila, potrete quindi tranquillamente esprimerlo. Segnalate in qualche modo, però, a chi vi sta di fronte anche la vostra disponibiltà a riconciliarvi. A questo punto avrete buone probabilità di gestire e risolvere il conflitto in modo produttivo per tutti. Presumibilmente scomparirà anche la vostra ira: essa avrà infatti svolto il proprio dovere.